giovedì 18 novembre 2010

Tenerlo o licenziarlo?

In ordine sparso: la vicenda del wide receiver Randy Moss, acquistato e poi velocemente liberato; la saga del quarterback Brett Favre; le storie di giocatori che vorrebbero il suo licenziamento...non è un momento facile per l'head coach Brad Childress. I suoi Vikings, dati in preseason fra i favoriti per il Super Bowl, sono 3-6. La relazione fra il quarterback Favre e Childress si è deteriorata dalla scorsa stagione, quando Childress cercò di mettere sulla sideline Favre nel game contro Carolina. Childress ha anche avuto dei battibecchi con il wide receiver Percy Harvin in allenamento, per poi decidere di tagliare Moss, prima ancora di averlo comunicato all'owner, Zygi Wilf. Eppure, come detto, parliamo di un team costruito per andare a vincere il Super Bowl, con $150 milioni di payroll e con quasi metà dello starting roster invitato al 2009 Pro Bowl. Le aspettative erano alte ma presto si è visto che la stagione 2010 sarebbe stata diversa da quella 2009 e non soltanto per le difficoltà del calendario, meno abbordabile di quello della passata stagione: problemi off-field a parte, Favre non ha ancora trovato la forma del '09 ed ha registrato già 18 turnovers in 9 games; la offensive line non è una sicurezza; la defensive line non produce; la offense è 25° in produzione nella red-zone con 12 touchdowns... che fare allora?Dopo la sconfitta per 27-13 domenica contro Chicago, Wilf ha dichiarato di non voler licenziare Childress a stagione in corso e di aspettarsi una ripresa. Licenziare Childress non è comunque facile...l'head coach è stata una scelta dell'owner Zygi Wilf, quindi un licenziamento sarebbe una sconfitta. Inoltre Childress è sotto contratto fino al 2013. E' probabile allora che Wilf decida di mantenere Childress fino al termine della stagione per poi muoversi altrove. Promuovere ora come interim coach il defensive coordinator Leslie Frazier potrebbe essere prematuro. In postseason ci sarebbe tempo poi per valutare anche le candidature di Bill Cowher, Jon Gruden e Brian Billick.

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