lunedì 24 settembre 2012

Trickery

In uno week end con otto games decisi da un touchdown o meno, tre games finiti all'overtime e con alcune sorprese come la vittoria dei Kansas City Chiefs sui New Orleans Saints, degli Arizona Cardinals sui Philadelphia Eagles e dei Minnesota Vikings sui San Francisco 49ers, sono risaltati alcuni giochi, alcune chiamate particolari, a volte riuscite, altre meno, che hanno avuto un peso nell'andamento della terza giornata. Sono quel tipo di chiamate che, se riescono, fanno passare l'head coach o l'offensive coordinator di turno per un genio mentre, se falliscono, fanno piovere critiche sferzanti sulle loro teste. I Bengals hanno battutto i Redskins anche grazie al wide receiver Mohamed Sanu. Nel primo gioco del game vinto 38-31, Sanu è stato schierato come quarterback con lo starting quarterback Andy Dalton messo a lato come wide receiver. Contro una formazione che faceva pensare ad un Wildcat running play, i Redskins hanno allineato la defense per stoppare le corse. Invece Sanu, vedendo lo wide receiver A.J. Green in copertura singola contro la safety dei Redskins, Jeromy Miles, ha scelto un passaggio ed ha lanciato un incredibile 73-yard touchdown pass. Nel secondo quarto, il running back BenJarvus Green-Ellis ha ricevuto lo snap e segnato dopo una corsa da 1 yard. Grandi meriti all'offensive coordinator Jay Gruden. Giocate sensazionali, per vari motivi, nella vittoria all'overtime dei Titans, 44-41, sui Lions. Detroit ha segnato un touchdown a 18 secondi dalla fine dei tempi regolamentari, ha ricoperto il conseguente onside kick ed ha pareggiato il game con un Hail Mary pass verso il wide receiver Titus Young . Tutto questo è stato però reso vano dalla decisione dell'head coach Jim Schwartz  che, nell'overtime, su una situazione di quarto-e-1 sulle 7 yards dei Titans, con il backup Shaun Hill - comunque valido con un 10 su 14 passes per 172 yards e 2 touchdowns - al posto dell'infortunato Matthew Stafford, ha deciso di cercare il primo down invece di un facile field goal per pareggiare. I Titans hanno fermato la sneak di Hill e Detroit ha perso. Nella stessa partita, i Titans hanno segnato in un trick-play punt return da 65-yard con il corner back Tommie Campbell. Sul primo punt dei Lions, il returner Darius Reynaud ha ricevuto il punt ma ha velocemente lanciato la palla sulla sua destra, dove Campbell  è stato libero di correre contro la sorpresa defense dei Lions, portando i Titans sul parziale di 10-6. Da segnalare anche il touchdown pass lanciato dal quarterback Blaine Gabbert al wide receiver Cecil Shorts nella vittoria dei Jaguars per 22-17 sui Colts.

giovedì 20 settembre 2012

Non così basso

Scelto al terzo giro del draft, considerato un rischio per l'head coach Pete Carroll e per i Seattle Seahawks, Russell Wilson sta avendo il miglior inizio di stagione fra i numerosi rookie quarterbacks di questo 2012. Dopo  Doug Flutie, ecco un altro quarterback sotto i 6 piedi ad avere un impatto nella NFL. In una lega dove si ritiene che un quarterback debba essere alto almeno 6-2, per vedere il campo oltre i grandi e massicci linemen, Wilson, a 5-10 5/8, è l'eccezione. Iscritto a North Carolina State e rilasciato perché l'head coach Tom O'Brien non voleva che il ragazzo saltasse gli allenamenti di football nella offseason a causa del suo impegno nel baseball, Wilson ha trovato casa a Wisconsin, da dove è partito il viaggio che lo ha portato nella NFL. Primo rookie quarterback, dopo Kyle Orton nel 2005, a partire titolare nello Week 1 senza essere stato scelto nei primi due rounds del draft, Wilson, inizialmente considerato il backup di Matt Flynn, ha sopreso tutti. Secondo l'analista di NFL Network, Michael Lombardi, il segreto di Wilson è il punto di rilascio del pallone, più alto di un quarterback della sua statura. Stessa cosa ha affermato l'ex quarterback Tim Hasselbeck. Secondo un altro analista della ESPN, Trent Dilfer, la forza di Wilson non è nel punto di rilascio del pallone ma nella velocità del rilascio. Fatto è che, secondo le statistiche ESPN, l'altezza non equivale sempre alla capacità di lanciare il pallone oltre i linemen sulla linea di scrimmage: Kevin Kolb di Arizona, un 6-3, ha visto 10 dei suoi 253 tentativi (4.0 percento) respinti dagli uomini di linea avversaria. Joe Flacco, a 6-6, ha visto respingere 7 dei suoi 542 passes, mentre Alex Smith di San Francisco ne ha avuti respinti 12 su 445. Contro Dallas, Wilson ha completato 15 su 20 passes per 151 yards ed 1 touchdown, ed è stato 3-5 per 21 yards quando i Cowboys hanno blitzato con cinque o più uomini. Certamente Seattle ha mostrato fino ad ora un buon running game ed una buona defense, ma Wilson ha fatto la sua parte e, anche se la stagione è appena agli inizi, ha dimostrato che certi cliché non sempre sono veritieri.

martedì 18 settembre 2012

Ace Ash

Aaron Murray, Geno Smith, Braxton Miller etc...da tutti questi quarterbacks ci si aspettava qualcosa di buono e così è stato in questo inizio di stagione. Ma dopo due games, alla ribalta è uscito, un pò a sorpresa, un altro passer. David Ash di Texas ha guidato il suo programma alla vittoria 66-31 su Ole Miss, lanciando 19-23 per 326 yards  e 4 touchdowns, dopo le 221 lanciate la settimana precedente contro New Mexico dimostrando, ad oggi, di essere un legittimo college quarterback. Dopo una stagione da freshman chiusa con 4 touchdowns e 8 INTs, il sophomore Ash è partito con 7 touchdown passes e 0 INTs in 196 passes provati in questo 2012. La scorsa stagione, Texas era il team di Garrett Gilbert, mentre Ash era soltanto il vero freshman da sviluppare. Ma dalla fine del 2011, Texas si è affidata a questo quarterback, l'unico insieme a Geno Smith and Casey Pachall a non aver ancora lanciato un INT fra i quarterbacks della Big 12. Quello che fino ad ora ha impressionato di Ash è stata la precisione nei passes. Contro Ole Miss ha completato l'83 percento dei passaggi ed è quarto nel Paese in passing efficiency. Ad un certo punto Ash ha completato 15 passes consecutivi. L'ultima offense in grado di segnare così tanto Texas l'aveva ai tempi di Vince Young. Ora, la stagione è ancora giovane ma già qualcosa si è visto: se Ash continuerà a produrre, forse Texas non segnerà 60 punti ogni partita ma certamente potrebbe diventare una contender per i bowls BCS.

lunedì 10 settembre 2012

Growing pains

Partire con un quarterback rookie, è risaputo, presenta molti rischi. Intercetti, fumble, difficoltà a leggere i blitz e la superiore velocità delle defense NFL sono la norma. E, fatta eccezione per i numeri di Robert Griffin III - 19 su 26 per 320 yards e 2 touchdowns- praticamente tutti gli altri rookies hanno avuto un impatto duro con la NFL. Praticamente tutti perchè uno di questi giovanotti avrebbe meritato la copertina insieme a Griffin III, se soltanto fosse stato in grado di guidare Seattle a segnare nell'ultimo drive. Russell Wilson ha invece lanciato 3 incompleti consecutivi  a 4-yard dal touchdown nell'ultimo e decisivo drive, che è costato la partita ai Seahawks. Ma questo non deve far dimenticare il resto della partita dove il 5-10 5/8 quarterback, nonostante abbia completato appena 18 su 34 passes per 153 yards con 1 touchdown ed 1 INT, ha mostrato delle qualità. Wilson è partito titolare in una offense che ha scelto 9 corse nei primi 12 second-down plays, dimostrando di confidare più sulla posizione di campo e sulla defense -  che ha lasciato Arizona senza un primo down  nei primi 6 drives del secondo tempo - che sull'attacco. La scelta di nominare Wilson starter significa comunque che l'head coach Pete Carroll ha fiducia nel rookie scelto al 3° round del draft. Questo non vuol dire che Wilson finirà la stagione come starter, ma certo resta la questione di cosa fare dell'esperto Matt Flynn, progettato come titolare e ad oggi un backup. La norma vorebbe il rookie quarterback sulla sideline almeno all'inizio della stagione per lasciare il posto ad un veterano. Questo non è stato il caso per alcuni rookie in questa prima partita della stagione e non lo è stato neanche nel caso di  Wilson. L'altezza del quarterback potrebbe non essere un problema, dato che nelle West Coast offense sono di solito previste numerose  play-action e bootlegs, così come l'inesperienza, se Seattle continuerà a giocare con un approccio conserevativo come fatto nella prima partita.

lunedì 3 settembre 2012

Vai coi giovani

Gioventù bruciata? Sperano di no i teams che hanno deciso di mettere da parte l'usato sicuro per andare con la freschezza e la novità di quella che si propone come la next generation dei nuovi quarterback NFL. Non soltanto fra gli starter. Sappiamo infatti di Ryan Tannehill a Miami e di Brandon Weeden a Cleveland. Ma che dire dell'undrafted Austin Davis, il backup di Sam Bradford a St. Louis o di Nick Foles, No. 2 di Philadelphia o, ancora, dei Vikings, che dietro Christian Ponder hanno tagliato il backup Sage Rosenfels restando con i poco esperti Joe Webb e McLeod Bethel-Thompson? Mentre i Broncos pensano a promuovere Brock Osweiler come primo backup. Uno degli aspetti più interessanti di questa tendenza è stato ben descritto da John Clayton di ESPN.com. Il fattore economico ha infatti pesato sulla scelta di tenere un giovane da costruire invece di un veterano, meno plasmabile, più temibile per lo starter e, cosa non da poco, più costoso. I Patriots hanno sorprendentemente tagliato Brian Hoyer aper promuovere Ryan Mallett proprio a causa del salario da $1.927 milioni del primo. Certamente, i Cowboys con Kyle Orton ed i Bears con Jason Campbell sono andati nella direzione opposta. Resta da vedere cosa faranno i teams che hanno optato per la gioventù se i loro quarterbacks dovessero avere problemi, se cioè resteranno fedeli alla nuova linea o se prevarrà la caccia ai veterani rimasti senza squadra. Fatto è che anche al college è il momento della gioventù. Qui però le scelte sono obbligate, perché il cambio generazionale riguarda ogni anno decine e decine di giocatori che terminano le stagioni di eleggibilità e lasciano i programmi in mano a freshmen e sophomore. Lo week 1 della stagione ha rivelato alcuni nomi partiti con il piede giusto. Nella Pac-12, quattro quarterbacks hanno impressionato alla loro prima partita da starter. Brett Hundley di UCLA, Josh Nunes a Stanford, Taylor Kelly ad Arizona State sono stati decisivi per le loro squadre. Ma chi ha lasciato il segno maggiormente è stato Marcus Mariota di Oregon, con 3 touchdowns per 19 su 23 passaggi completati. A questi aggiungerei Wes Lunt di Oklahoma State, 11 su 11 passes per 129 yards.Vedremo nel resto della stagione...