lunedì 26 dicembre 2011

Troppo alto!

La Battaglia di New York ha visto un chiaro vincitore, l'head coach dei Giants, Tom Coughlin e due sconfitti. Il primo, facile a dirsi, è l'head coach dei Jets, Rex Ryan. Il secondo, invece, è il suo offensive coordinator, Brian Schottenheimer. Come fa notare il New York Post,
Brian Schottenheimer potrebbe giocare per il proprio lavoro il prossimo week. I Jets sono, dopo la disfatta contro i Giants, 27° nella NFL in total offense. Quello che ha lasciato sbalorditi critici e fans domenica scorsa è stato il playcalling utilizzato da Schotty2: i Jets hanno provato a lanciare la palla 68 volte, a fronte di appena 25 corse. Il risultato di questi tentativi di lancio è stato disarmante:  il quarterback Mark Sanchez è stato 30 su 59, per 258 yards, con 1 Td e 2 INTs, 5 sacks e 4 scrambles. Tutto questo con un quarterback come appunto Sanchez, che ha diffficoltà sui lanci downfield: prima della partita contro i Giants, Sanchez aveva completato appena il 25.6 percento di passes da più di 20 yards, con anche 4 INTs. Quel che più ha alsciato interdetti, però, è la progressione nella lettura dei receivers da parte del quarterback dei Jets. Molte volte Sanchez ha preferito lanci difficili, anche sotto doppia copertura, ad altri più facili, che però erano a corto yardaggio. Questo dipende da una sua scelta? O è l'offensive coordinator che ha dato al quarterback questo tipo di letture, cioè di privilegiare come opzioni primarie i receivers che permetterebbero un guadagno maggiore rispetto agli altri? Fatto sta che Sanchez ha mancato diversi receivers aperti, preferendo lanci più rischiosi. Il contratto di Schottenheimer dura fino al 2013, ma se i Jets perderanno i playoffs, l'offensive coordiantor potrebbe rischiare il posto. La offense dei Jets era già stata criticata ad inizio stagione per la tendenza a lanciare troppo, mentre Sanchez ha bisogno di un buon running game di supporto. Dopo un periodo di buoni risultati tornando alle corse, Schottenheimer è di nuovo ritornato a far lanciare troppo il proprio quarterback, con i risultati che sappiamo.

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