giovedì 23 febbraio 2012
La saga del Maryland
Molto più che un semplice rilascio. Dopo le critiche ricevute dai media locali e nazionali, che si sono occupati del caso, l'head coach di Maryland, Randy Edsall, ha concesso all'ormai ex quarterback Danny O'Brien un pieno rilascio dal programma senza restrizioni al trasferimento. In un primo momento, Edsall aveva deciso di concedere il rilascio a O'Brien con il divieto di trasferirsi a Vanderbilt, allenata dall'ex offensive coordinator di Maryland, James Franklin. Maryland aveva accusato Vanderbilt di aver contattato O'Brien prima che questi venisse rilasciato dalla sua scholarship. La decisione ha scatenato una polemica fra i media nazionali. Che Edsall non volesse O'Brien in un altro programma della ACC o in un team extra conference che giocherà contro Maryland nel 2012 o nel 2013 era considerato da alcuni accettabile. Che fosse vietato a O'Brien di giocare per l'uomo che lo aveva reclutato, no. Come freshman nel 2010, O'Brien aveva prodotto ottimi risultati sotto la offense di Franklin, diventando l'ACC rookie of the year. Ma la scorsa stagione, la prima di Edsall con i Terrapins, era finito sulla sideline sostituito dal backup C.J. Brown. La controversia era scattata quando O’Brien fu messo da parte contro Georgia Tech: quella prima decisione ha poi cominciato a determinare la volontà di O’Brien di lasciare il programma. Le dichiarazioni dell'offensive coordinator Mike Locksley di voler dare ad entrambi i quarterbacks le stesse chances di diventare titolare non sono bastate a O'Brien. Qui però non c'entra soltanto il problema del non voler rilasciare un atleta per mandarlo ad un altro programma. Il problema è il voler limitare le opzioni per uno studente universitario, che avrebbe il diritto di poter proseguire il proprio iter accademico in un altra università. La questione è la solita: siamo davanti ad atleti o a studenti? E' un problema anche di controllo, di coaches che vogliono mantenere la miglior situazione per vincere, come ha fatto notare il Dr. B. David Ridpath, assistant professor of sports administration alla Ohio University sul NY Times. Gli studenti vengono trattati da atleti professionisti senza averne i benefici, vedi uno stipendio per giocare a football. I giocatori sono trattati da pro soltanto quando fa comodo alle università. E le regole NCAA lo permettono, dando ai coaches, loro con stipendi da professionisti, la possibilità di bloccare i trasferimenti dei giocatori ad altri programmi. Lo stesso Edsall decise di lasciare UConn per Maryland a gennaio 2011, quando UConn aveva ancora un game da giocare. Che ci siano dietro queste scelte degli atleti ragioni che vanno oltre il lato accademico, come la possibilità di andare in scuole dove hanno maggiori possibilità di giocare e di proporsi un giorno alla NFL, poco importa. La questione è che ci sono due pesi e due misure nel trattare coaches ed alteti: i primi super pagati con ampi poteri; i secondi alle loro dipendenze senza diritti.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento