giovedì 9 febbraio 2012

La offense dei Pats

Quello che è mancato ai Patriots, nel SuperBowl XLVI, è stata l'esecuzione, la capacità appunto di eseguire correttamente tutti i plays necessari a vincere. Non che la offense abbia giocato male, soltanto che quella dei Giants è stata perfetta. Ma che offense l'head coach Bill Belichick ha utilizzato in queste stagioni? E' la  Erhardt/Perkins offense, creata da Ron Erhardt e Ray Perkins negli anni 70s  mentre erano assistant coach dell'head coach Chuck Fairbanks proprio con i New England Patriots. E' stato Charlie Weis a riportare in auge questo sistema a Boston. Perkins iniziò a lavorare come offensive asistant dei Patriots nel 1974, per approdare poi successivamente a San Diego nel 1978 come offensive coordinator dei Chargers, prima di diventare head coach dei New York Giants nel 1979, in una carriera proseguita poi con Alabama dal 1983 per quattro stagioni, con i Tampa Bay Buccaneers fino al 1990, con Arkansas State nel 1992 e di nuovo nella NFL nel 1993 come assistant coach di Bill Parcells, ancora con i Patriots. Il sistema sviluppato da Erhardt e Perkins è basato su un linguaggio costituito da parole, lettere e numeri per designare ogni play, distanziandosi in questo dalla terminologia della West Coast offense, che è invece fondata sui colori.  Ad esempio, Charlie Weis ha descritto nella sua autobiografia No Excuses il primo play chiamato nel SuperBowl XXXVI: Zero Flood Slot Hat, 78 Shout Tosse. Zero è la formazione base,  Flood Slot Hat modifica la formazione ad una con 1 back in motion, 2 tight ends e 2 wide receivers, mentre 78 indica il gioco base, nel qual caso un 3 step drop play, Shout indica le tracce dei receivers da un lato del quarterback, Tosser indica le tracce degli altri due potenziali ricevitori. Questa è stata una novità introdotta da Weis che, oltre ad utilizzare più formazioni con 4 o 5 receivers, ha aumentato la terminologia per indicare appunto le tracce che dovevano eseguire i receivers posti da entrambi i lati del pallone. Altro esempio, 6 Zing 62 Red Y Flag, uno dei favoriti dell'ex quarterback dei Patriots, Drew Bledsoe: 6 è la formazione; Zing indica al receiver Z la sua motion; 62 indica il tipo di protezione dei linemen; 2 dà indicazioni al tight end; Red indica le tracce dei receivers; Y detta all'Y receiver la sua traccia, che nel caso era una 8-yard hook. La base della Erhardt/Perkins offense è l'utilizzo di pochi schemi, corsi a partire da un alto numero di formazioni. Così lo stesso play può essere utilizzato a partire da 8 diversi set. Ed imparare la terminolgia è la cosa più difficile per una offense. Per questo i troppi cambi di offensive coordinator sono a volte visti con sospetto dai media. Un esempio ci è dato dallo stesso Bledsoe, che una volta raccontò come nella offense di Ernie Zampese ogni formazione avesse un nome con i numeri che indicavano le tracce dei ricevitori mentre nella offense di Weis erano i numeri ad indicare le formazioni ed i nomi le tracce. Con l'arrivo di Josh McDaniels, questa offense ha visto l'introduzione di concetti della spread offense appresi alla University of Florida sotto Urban Meyer, in particolare l'empty backfield e la ricerca di mismatches per i receivers. Bisognerà vedere se il ritorno di McDaniels come offensive coordinator comporterà un ritorno ad una versione della spread o se verrà mantenuta la Erhardt/Perkins offense. Anche i Jets dovrebbero avere la loro Erhardt/Perkins offense con il nuovo OC Tony Sparano. Sparano ha lavorato per Tom Coughlin a Jacksonville e Bill Parcells a Dallas. E Parcells e Coughlin conoscono il sistema Erhardt/Perkins. Lo stesso quarterbacks coach dei Jets, Matt Cavanugh, conosce la offense, avendo lavorato sotto Erhardt a New England nel periodo 1978-82.

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