martedì 29 novembre 2011

Mama called

Con questa espressione, 'Mama called', coach Bear Bryant spiegò la sua decisione di lasciare Texas A&M, portata alla No. 1 nelle polls del 1957, per andare ad allenare nella sua Alma Mater, Alabama. Bryant è uno dei pochi head coaches ad aver avuto la possibilità di passare da un big program ad un altro nel corso della propria carriera NCAA. Accanto a Bryant, Bernie Bierman, che dopo aver trasformato Tulane in una potenza agli inizi degli anni '30 decise di andare ad allenare nel natio Minnesota vincendo 5 national championships in 10 stagioni. Johnny Majors da Pittsburgh a Tennessee e Doug Dickey da Tennessee a Florida sono altri esempi citati in queste ore. Cosa hanno in comune questi head coaches? Il fatto di aver lasciato un programma vincente per andare ad allenare nella propria Alma Mater. Ora tocca ad Urban Meyer, nativo di Ashtabula, Ohio ed ex assistant coach dei Buckeyes. Un anno fa, Meyer aveva lasciato il posto di head coach di Florida per motivi di salute derivanti dal troppo stress per la posizione. Ora, dopo soltanto una stagione, la voglia di tornare ha prevalso su tutto. Motivazioni per cui lo ha fatto? Chi se ne importa. Quel che conta è che Ohio ha ingaggiato un head coach di primissimo piano, che ha vinto a Bowling Green, Utah e Florida. Meyer riceverà un contratto per 6 stagioni da $4 milioni a stagione più altri $2.4 milioni di bonus. Ora Meyer dovrà concentrarsi sui problemi da risolvere. Riuscirà a imporre in breve il suo sistema offensivo? Meyer ha già vinto 2 national championships in carriera ed ha avuto alle sue dipendenze un Heisman Trophy nel quarterback Tim Tebow. Precendentemente, usando una spread offense con il quarterback  Alex Smith, Meyer aveva guidato gli Utes a 10-2  nella sua prima stagione nello Utah. Come stanno le cose in Ohio? A quarterback, Braxton Miller ha talento e capacità fisiche adatte per correre il sistema di Meyer. Miller è grosso ed ha un braccio potente ed è un buon alteta. Riguardo i receivers, i Buckeyes hanno necessità di aggiungere atletismo e velocità ad un gruppo che ha comuhnque dei giovani interessanti come il vero freshman WR Evan Spencer. Ohio State sta aspettando l'esito delle decisioni della NCAA per le violazioni che sono già costate ai Buckeyes i risultati della stagione 2010 e che potrebbero costringere il programma a perdere alcune scholarships, riducendo le possibilità di reclutamento. Tutto questo a parte, resta da scoprire se Meyer riuscirà comunque a portare i Buckeyes a contendere da subito almeno per il Big Ten title.

lunedì 28 novembre 2011

Fire! Fire! Fire!

Con l'approssimarsi della fine della stagione NCAA, per alcuni programmi già finita, parte il carosello dei licenziamenti dei coaches. Questa domenica, l'athletic director Mike Thomas ha fatto un movimento che era atteso da diverso tempo dai fans di Illinois: il licenziamento dell'head coach Ron Zook, che lascia il programma dopo 7 stagioni condite da più ombre che luci. Zook lascia gli Illini con un record totale di 34-51 e di 18-38 nella Big Ten. Nonostante alcuni risultati ottimi, come l'arrivo al Rose Bowl del 2008 e nonostante il fatto che Illinois sia eleggibile per un invito ad un bowl anche questa stagione dopo un record di 6-6, il programma non ha perdonato a Zook il fatto di aver registrato 4 stagioni perdenti su 7. L'arrivo nella off-season 2009 di due nuovi coordinators -- Vic Koenning per la defense e Paul Petrino per la offense -- aveva aiutato Illinois a postare un record di 7-6 ed una vittoria nel Texas Bowl la scorsa stagione. Invece in questa, dopo una partenza 6-0 ed un giro nella top 20, il team ha chiuso con uno 0-6 la sua stagione. Chi dopo Zook? I media parlano di Steve Addazio, head coach a Temple, ex assistant coach a Notre Dame e Indiana ed ex collaboratore di Urban Meyer a Florida nel 2005 come offensive assistant in due corse al BCS national championship. Altro nome è quello di Paul Chryst, offensive coordinator per Wisconsin e Oregon State. A Memphis lascia Larry Porter, ex assistant coach di Les Miles a LSU, licenziato dopo 2 stagioni da 3-21. UAB licenzia Neil Callaway dopo un record di 18-42 in 5 stagioni. Turner Gill non aveva bisogno di molte vittorie per conservare il posto nel 2012 ma almeno di mostrare di aver reso Kansas competitiva. Invece, Gill viene licenziato dopo appena una vittoria nella Big 12 su 17 games in 2 stagioni. Gill era stato ingaggiato dall'ex athletic director Lew Perkins, ritiratosi a settembre in seguito ad uno scandalo relativo a questioni di biglietti. Il suo successore, Sheahon Zenger, non aveva molte ragioni per continuare a spendere per Gill ed ha preso la decisione che i fans aspettavano. Kansas è ultima nella FBS in total defense, con 516 yards concesse per game ed una media di appena poco inferiore ai 44 punti per subiti game.

Houston, abbiamo un problema!

Il titolo è scontato, ma cosa dire altrimenti? Fuori due. L'head coach coach Gary Kubiak è sempre fiducioso nella possibilità che i Texans raggiungano i playoffs ma Houston dovrà farlo senza lo starter Matt Schaub e senza il backup Matt Leinart. Alla guida del team c'è quindi ora il rookie quarterback T.J. Yates. Con Leinart al comando, i Texans sono stati conservativi nel game vinto 20-13 contro i Jaguars. Con Yates, Houston è stata ancor più conservativa. Yates, scelta del 5° giro da North Carolina, è stato 8-15 per 70 yards ed ha giocato bene. Il difficile viene però ora: Houston dovrà sfidare Falcons, Bengals e Panthers. Senza Leinart e Schaub, con il solo Kellen Clemens come backup, i Texans dovranno comunque firmare un altro quarterback, che potrebbe essere uno fra i vari Jeff Garcia, Brody Croyle o Trent Edwards. Potrebbe uno di questi quarterback diventare starter e superare sia Yates che Clemens? Difficile, visto che i Texans sembrano preferire quarterback che conoscano il sistema. Yates è più atletico di Schaub e Leinart, così i Texans dovrebbero concedere al rookie più lanci fuori dal pocket. Riguardo alla semplificazione del playbook, usuale in questi casi in cui un backup con pochi snap deve sostituire uno starter, i Texans non ne hanno uno complesso, così è difficile dire di quanto ancora potrebbero eventualmente tagliare il proprio. E Yates ha lavorato durante il lockout con Schaub e Dan Orlovsky a Houston.

mercoledì 23 novembre 2011

Fine corsa?

Se i San Diego Chargers dovessero finire fuori dai playoffs, è opinione corrente che il tempo dell'head coach Norv Turner a San Diego possa considerarsi concluso. I Chargers sono reduci da 5 sconfitte consecutive ed hanno visto il loro record  scivolare a 4-6 dopo aver cominciato la stagione 4-1. I media locali chiedono all'owner Dean Spanos di prendere una decisione al termine di questa stagione. Il futuro di Norv Turner sembra legato a quello del GM A.J. Smith. Il doppio cambio non sarebbe una decisione facile da prendere: Norv Turner è comunque l'head coach con la seconda miglior percentuale di vittorie nella storia del team a .608 (45-29) e Smith è l'uomo cui Spanos ha affidato il completo controllo della franchigia. Inoltre il salario di Norv Turner si aggira sui $3 milioni a stagione fino al 2013 mentre Smith avrebbe un accordo da $2 milioni fino al 2014. A Turner viene contestato fra l'altro un cattivo utilizzo dei timeout: contro Chicago, con meno di un minuto da giocare nel primo tempo, i Bears vicini alla goal line e con i Chargers con ancora 2 timeouts, l'head coach ha deciso di conservarsi inspiegabilmente un timeout che invece poteva consentire alla squadra di avere tempo per cercare di segnare altri punti prima dell'intervallo. La squadra non finisce le partite: diversi game sono stati persi nel 4° quarto. Altro problema per il coach è il gioco del quarterback Philip Rivers, uno dei migliori della NFL, che in questa stagione ha però lanciato 17 INTs in 10 games. 

lunedì 14 novembre 2011

La strategia

Che dire? Dopo la vittoria per 22-17 sui Ravens, i Seahawks, alla loro seconda vittoria su un buon team in questa campagna, sono ora  3-6. Seattle ha avuto bisogno di costruire la sua offense sul running game e sul running back Marshawn Lynch. In questa decisione l'head coach Pete Carrol è stato anche aiutato dalla perdita del rookie wide receiver Doug Baldwin e del miglior receiver a roster, Sidney Rice. Ma la strategia di affidarsi meno al quarterback  Tarvaris Jackson e più a Lynch potrebbere essere quella corretta. Per Lynch, 135 rushing yards contro Dallas la scorsa week e 109 contro Baltimore. Queste performances contro due delle top four run defenses nella NFL. Una nota di merito va anche agli special teams, con i Seahawks che hanno ricoperto due fumble su kickoff.

giovedì 10 novembre 2011

Dove eravamo

Metà stagione in archivio ed i 49ers hanno il secondo miglior record di tutta la NFL sotto l'head coach Jim Harbaugh, alla prima stagione nella lega. Dopo i fallimenti, per vari motivi, dei vari Steve Spurrier, Nick Saban e Bobby Petrino, l'attrazione degli owners NFL verso i college coaches sembrava passata. Invece, i successi di Jim Harbaugh potrebbero rilanciare questa tendenza, specialmente se i 49ers dovessero vincere la division o comunque accedere ai playoff e nonostante le difficolta di Pete Carroll a Seattle. Eppure Harbaugh è partito da una situazione di maggior rischio rispetto ai predecessori: ha preso una franchigia in ricostruzione, con una pre-season ridotta, con un quarterback da ricostruire in Alex Smith e non si è circondato di esperti coordinators, come fatto invece da Bobby Petrino, Steve Spurrier e Nick Saban, preferendo invece un vecchio amico -- pur con esperienza NFL in verità -- come l'ex defensive coordinator di Stanford, Vic Fangio. Harbaugh ha esperienza di NFL come giocatore, essendo stato per 15 stagioni un NFL quarterback, ma questo non basta a giustificare la prefetta transizione dal college ai pro, altrimenti basterebbe affidarsi sempre ad un ex giocatore per far bene. Può aver maggiormente aiutato l'esperienza fatta come scout per gli Oakland Raiders nel periodo 2002-2004, dove Harbaugh si è trovato a contatto con il mondo dei giocatori NFL ma dall'altra parte della sideline, anche se non aveva un ruolo di campo. Sia come sia, il successo di Harbaugh potrebbe riaprire le porte ad alcuni coaches del college verso la NFL. Da Jim Tresel in poi, alcuni nomi potrebbero ritrovarsi sui taccuni dei GM...

martedì 8 novembre 2011

Wind of change

Dopo oltre un anno senza vittorie nella Southeastern Conference, l'head coach di Ole Miss, Houston Nutt, lascerà il programma. Nutt guiderà i Rebels fino al termine di questa stagione, come annunciato dall'athletic director Pete Boone. Mississippi è 2-7 in questa stagione, 0-6 nella SEC. La parabola discendente di Nutt è cominciata nell'opener del 2010, quando Ole Miss ha perso contro Jacksonville State per 49-48 in un doppio overtime, prima sconfitta del programma contro un team di livello Football Championship Subdivision. Fra i molti problemi che Nutt paga c'è quello di non essere riuscito a trovare un quarterback in grado di guidare il programma. Jevan Snead ha avuto troppi alti e bassi e l'arrivo di Jeremiah Masoli non ha funzionato. In questa stagione Ole Miss ha cambiato 3 quarterbacks prima di lanciare Randall Mackey ma la offense ha continuato ad avere problemi. Il sostituto? Ole Miss vuole arrivare al livello di Alabama e LSU. Per fare questo il programma potrebbe guardare alla SEC con il defensive coordinator Kirby Smart di Alabama o con l'offensive coordinator di Auburn, Gus Malzahn oppure ad altri head coach come Kevin Sumlin di Houston.

lunedì 7 novembre 2011

Le critiche a Shanahan

L'head coach dei Redskins, Mike Shanahan, ha fatto partire titolari 3  rookies nella offense -- l'halfback Roy Helu, il wide receiver leonard Hankerson e la  left guard Maurice Hurt -- ottenendo buone risposte: Helu ha corso 41 yards in 10 portate e ricevuto 14 passes per 105 yards, mentre Hankerson ha ricevuto 4 passes per 34 yards. Tuttavia, i Redskins hanno perso 19-11 a San Francisco e, dopo una partenza 3-1, sono ora 3-5. I problemi sembrano andare oltre l'avere John Beck come quarterback. Contro SF, Beck  ha lanciato 47 passes contro soltanto 15 tentativi di corsa. Il divario nel risultato non è masi stato così ampio da giustificare tutto questo. Certamente anche su Beck si ammassano le critiche di stampa e fans dei Redskins, ma Mike Shanahan ha deciso di concere al quarterback almeno un'altra chance domenica contro Miami. In 3 partenze questa stagione, Beck non ha mostrato di essere ancora una risposta per le esigenze degli Washington Redskins a quarterback. Nessuno dei passes di Beck, 30 su 47 per 254 yards, 1 touchdown e 1 INT, è stato più lungo di 17 yards. Questo però è un problema di tutta la offense, che non ha opzioni downfield per il proprio quarterback, costretto quindi a lanciare a backs e tight ends. La offense ha prodotto soltanto 303 yards contro San Francisco e non è andata oltre la linea delle 37 yards avversarie, tranne che in occasione del touchdown pass da 9 yard lanciato da Beck al wide receiver Jabar Gaffney a 1:10 dalla fine. La offensive line è un disastro con Beck sackato 10 volte la scorsa settimana contro i Bills, ma ha mostrato miglioramenti ieri. con un solo sack subito.


domenica 6 novembre 2011

E ora?

La partita del secolo è stata giocata. E pazienza se non c'è stato neanche un touchdown. Forse, a cose fatte, converrebbe derubricare la vittoria della No. 1 LSU per 9-6 all'overtime sulla No. 2 Alabama come game dell'anno o del mese. Una partita decisa dalle defenses e dagli special team e, quindi, dai giocatori meno attesi, come il punter Aussie di LSU, Brad WIng, che sul punteggio di 6-6 ha pantato dalla linea delle 9-yard difensive fino alle 18 di Alabama con 9:00 da giocare. E dal quel momento Alabama non è più stata in grado di crearsi occasioni per segnare. Comunque la si voglia definire, LSU-Alabama è stata certamente una delle partite più seguite da fans e media nelle ultime stagioni. Il kickoff decisivo del kicker Drew Alleman da  25-yard ha deciso il match davanti ai 101,821 spettatori del Bryant-Denny Stadium e forse ha dato anche un indirizzo alla stagione. Non bisogna infatti essere tecnici del BCS per sapere che Alabama si trova ora in una posizione di svantaggio per un eventuale rematch che decida il National Championship. Alabama ha perso di appena 3 punti dalla No. 1 e soltanto perché i suoi kickers, Cade Foster e Jeremy Shelley, hanno sbagliato quattro field goals, da 44, 50, 48 e 52 yards. E, tuttavia, Alabama non è ancora fuori dai giochi. Se LSU e, soprattutto, qualcuno dei teams ancora imbattuti dovessero perdere almeno un game, i Crimson Tide potrebbero rientrare in gioco per la finale nazionale. Mai dire mai nel college football. Anche se Oklahoma State, Stanford e Boise State sono ancora imbattute.