venerdì 18 marzo 2011
Ahia State!
Ancora 5 mesi dall'inizio della stagione 2011, nessun pericolo di lockout per il college football e l'head coach di Ohio State, Jim Tressel, ha fatto la sua mossa. Jim Tressel ha deciso di autosospendersi per 5 games, la stessa squalifica comminata ai "Tat Five", i 5 giocatori, il quarterback Terrelle Pryor, il tailback Boom Herron, il wide receiver DeVier Posey, l' offensive lineman Mike Adams ed il defensive lineman Solomon Thomas, sospesi dalla NCAA per aver venduto anelli e trofei al proprietario di un negozio di tatuaggi di Columbus. Ohio State ha detto che Tressel ha rotto regole della NCAA perché non ha comunicato alla stessa NCAA o all'athletics director Gene Smith delle e-mails ricevute dall'attorney nell'aprile 2010, che indicavano come i giocatori dei Buckeyes avessero ricevuto benefici impropri. Tessell non ha mai parlato della cosa e, venuti a sapere della vicenda, i dirigenti di Ohio State hanno sospeso l'head coach per 2 games nella prossima stagione, multandolo anche per $250,000. Il contratto di Tressel prevede che il coach debba rivelare ogni eventuale violazione. Indipendentemente dal giudizio che possiamo farci del comportamento di Tressel, la sospensione è diversa per l'head coach rispetto ai suoi giocatori. Tressel non avrà compiti nel game-day. Ma potrà delegare tutto al suo coaching staff. E nel resto della settimana, Tressel allenerà come fatto fino ad ora. Tressel ha detto di non aver rivelato l'indagine sui 5 giocatori perchè il proprietario del negozio di tatuaggi era soggetto ad una indagine per droga. L'head coach era quindi preoccupato della sicurezza dei suoi giocatori. Giocatori che perderanno 5 games, calcolati giustamente dalla stampa americana come circa il 10 percento dei games a disposizione di un giocatore di college, che solitamente ne gioca 50 in carriera. E' però corretto dire che la violazione di Tressel non è la stessa dei giocatori, cui comunque è stato permesso di giocare nella vittoria dei Buckeyes per 31-26 contro Arkansas nello scorso Sugar Bowl. La mentalità americana vede l'head coach come un mentore dei suoi giocatori. Può un mentore essere responsabile della condotta fuori del campo dei suoi giocatori? E, nel caso, quanto è facile non cercare di coprire dei ragazzi così giovani nei loro errori?
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